Negli anni sessanta, per le mutate condizioni sociali ed economiche del paese incominciarono ad emigrare dall’Italia persone variamente qualificate, non più motivate dai bisogni primari, ma sospinti dalla ricerca di situazioni più adatte alle proprie ambizioni e allo sviluppo del proprio talento. Donato Curcio è ed è stato uno di questi.
Nato a Picerno nel 1942 da Vito ed Elvira Gioiosa, Donato è emigrato dopo le scuole superiori, all’età di 19 anni, con un obiettivo ben preciso: costruire la propria fortuna altrove, la stessa che una piccola realtà come Picerno non poteva offrirgli.
La sua prima meta è l’Inghilterra e, subito dopo, la Francia dove lavora in un’officina. Lasciata la Francia si reca in Svizzera, dove svolge le proprie attività in un ufficio tecnico di progettazione meccanica e acquisisce conoscenze utili per progettare in proprio. Non sempre il primo posto dell’emigrante sarà quello definitivo, in valigia ha già la consapevolezza di una mobilità che potrebbe portarlo ad altra destinazione.
Infatti, a Buffalo (dove oggi risiede), realizza un’azienda che si occupa della progettazione e produzione di macchine per decorare prodotti in plastica tramite stampa a caldo: è questo il suo momento di gloria. L’azienda cresce in modo inaspettato ed esponenziale, in modo tanto proficuo da diventare una multinazionale con più di cinquanta punti di rappresentanza nel mondo. Subito dopo conosce sua moglie, dal cui matrimonio nascono ben quattro figli.
Nonostante il successo economico e i vari impegni lavorativi, Donato, meglio conosciuto come lo zio d’America, continua a mantenere saldo il legame con le proprie origini lucane, soprattutto picernesi. Un legame così forte con la sua terra d’origine che lo spinge a finanziare lo stadio comunale di calcio di Picerno, a lui oggi ovviamente dedicato. La scelta dell’intitolazione a suo nome rende chiaro come la comunità picernese abbia voluto riconoscere a quest’uomo i grandi meriti di chi, con il cuore e con le finanze, ha contribuito alla realizzazione di una nuova e soprattutto capiente struttura alla città, volano di crescita per l’intero movimento calcistico locale.
Donato è una persona gentile, affabile, parla con modestia e semplicità della sua esperienza di emigrato.
Chi è Donato Curcio?
Nato a Picerno nel 1942, frequenta le scuole medie a Salerno, perché a quei tempi Picerno aveva solo le scuole elementari e chi avesse voluto proseguire era costretto ad andare fuori città. In seguito ha intrapreso le scuole superiori presso l’istituto professionale di Potenza. A diciannove anni poi, dopo il diploma, lascia l’Italia: prima in Inghilterra, Francia, infine la Svizzera.
Donato decide di lasciare Picerno per non pesare più economicamente sui propri genitori, non desiderando che essi sacrificassero tutti i loro risparmi per lui; inoltre Donato aveva altre due sorelle che desideravano proseguire gli studi proprio come lui e, così, Donato, lasciando l’Italia, ha dato loro la medesima possibilità di realizzarsi. Negli anni sessanta a Picerno c’era ben poco da fare nell’ottica della realizzazione personale e per questo Donato ha fatto fagotto ed è andato via per fare nuove esperienze, per realizzarsi ed essere indipendente. All’inizio sembrava un’avventura, un diciannovenne con la valigia carica di sogni ma senza esperienza, pronto però ad affrontare le insidie di una vita in terra straniera.
Oggi, pensionato, sostiene la causa calcistica del proprio paese. Nel 2007 Curcio ha donato circa 1 milione di euro per realizzare il nuovo stadio a Picerno, che porta il suo nome.
Al “Donato Curcio” dopo la storica promozione in C del 2019, la squadra, ora allenata da Emilio Longo, la passata stagione ha chiuso al 10° posto. E sul suo campo, in sintetico, il Picerno (la seconda realtà più piccola della C dopo i viterbesi del Monterosi, paese di 4mila e 700 abitanti) ha reso la vita durissima anche alle blasonate della Lega Pro, come il Palermo neopromosso in B (sconfitto 1-0) e i cugini del Potenza con cui condivide il rossoblù delle maglie. «La straordinaria riconoscenza che la gente di Picerno ha nei confronti del presidente Curcio l’ho toccata con mano quando sono andato in visita alla società », dice il n.1 della Serie C Ghirelli.